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sabato 15 gennaio 2011

L'ora della battaglia è arrivata



Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perché acceleri la sua partenza,dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con noi.

Da noi nella Viola questo giorno è la festa di San Manolio; chi a questo giorno sopravviverà ed avrà la fortuna d'invecchiare, ogni anno, alla vigilia della festa, radunerà i vicini intorno a sé: "Domani è San Manolio", dirà e rimboccandosi le maniche ed esibendo le sue cicatrici: "Queste son le ferite che ho toccate nel dì di San Manolio".

I vecchi sono facili all'oblio, ma lui avrà obliato tutto il resto, non però la memoria di quel giorno, anzi infiorando un poco quel ricordo per quel che ha fatto lui personalmente.

E allora i nostri nomi, alle sue labbra già stati famigliari - Prontera, Fornaro, e Vranga, e Biondo, Loduca, Andrea, Max, Peppe Quinto, Antonio Martino, Montemurro, Luca, Tacchetto, Germino, Beo, e Leone, Santarcangelo, - gli ritorneranno vivi alla mente tra i boccali colmi, e il brav'uomo tramanderà a suo figlio questa nostra vicenda; ed i Santi Manolio da questo giorno alla fine del mondo non passeranno più la loro festa senza che insieme a loro non s'abbia a ricordarsi anche di noi; di questi noi felicemente pochi, di questa nostra banda di fratelli: perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me per sempre mio fratello e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà; e quei nobili che in Policoro ora dormono ancor nei loro letti, si dovranno reputare sfortunati per non essere stati qui quest'oggi, e si dovranno sentire sminuiti perfino nella essenza d'uomini quando si troveranno ad ascoltare alcuno ch'abbia con noi combattuto contro l'Inter".

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